Templi giapponesi, E stili differenti.

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KuchikiRukia ~
view post Posted on 16/7/2012, 09:40




(In alcuni documenti purtroppo non posso aggiungere la fonte,a causa del fatto di averli salvati sul pc in precedenza e non avendoli presi direttamente da un sito web. Ricordate comunque che tutto ciò non è di nostra produzione,ma il merito è dedicato a chi ha davvero lavorato dietro queste informazioni. Sumimasen. )

TEMPLI




La pratica della costruzione di templi shintoisti, in giapponese jinja o jingu, ebbe origine con l'introduzione del Buddhismo, probabilmente ad imitazione dei templi di quest'ultima tradizione. Il rito shintoista infatti, in origine, veniva praticato all'aperto, di solito con piccoli reliquiari mobili o in aree chiamate miya. Ovviamente era possibile trovare eccezioni, templi fissi, i primi dei quali sono identificabili come la forma primordiale di architettura shintoista.

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Tempio tradizionale.



Stili
Il tempio si è poi adattato a differenti stili architettonici, oltre a quello buddhista assorbì anche caratteristiche degli stili taoista e confuciano. Oggi si possono trovare templi manifesto di ognuno di questa miriade di stili, da quello utilizzato nella maggior parte dei templi, allo stile del tempio di Ise caratterizzato dai tetti in paglia, allo stile moderno. Nell'apparente caos stilistico lo Shintoismo mantenne le sue regole di costruzione più originali, in particolare i materiali utilizzati, la disposizione dei locali del tempio e gli ornamenti simbolici. Caratteristica comune a tutti i templi tradizionali è l'utilizzo di materiali da costruzione naturali, il legno in primis, sebbene con l'importazione degli stili architettonici cinesi si ebbe una discreta diffusione dell'utilizzo della pietra, oltre all'introduzione della pittura e della scultura. Il Buddhismo oltre all'architettura influenzò anche i rituali shintoisti e le raffigurazioni divine, infatti in epoca medievale avvenne un esplosione di raffigurazioni shintoiste con marcati caratteri buddhisti.
Oggi sebbene la maggior parte dei nuovi templi tenda a rispettare gli stili tradizionali, altrettanto spesso si tende a sviare, sperimentando e proponendo nuovi stili architettonici, con la costruzione di templi decisamente futuristici, caratterizzati dall'utilizzo di materiali come l'acciaio, il cemento e il vetro.

Tempio moderno ad Osaka.


Locali
Il tempio shintoista ha una struttura ben precisa. È sempre suddiviso in una serie di locali caratterizzati ognuno da una specifica funzione:

- Honden: il sancta sanctorum, è la zone più esclusiva del complesso templare, si tratta infatti del locale più sacro, che ospita la raffigurazione della divinità. Spesso questa zona è chiusa al pubblico e solo i preti possono averne accesso, per compiere i riti di purificazione.
- Haiden: la "sala della preghiera o "oratorio" è la zona in cui i fedeli possono recarsi a pregare e dove si tengono alcune cerimonie. È completata solitamente da panche e sedie, come in un tempio cristiano. Non è tuttavia la sola zona in cui si prega, infatti in templi speciali come quello di Ise, sia preti che laici offrono le loro preghiere sedendosi all'esterno, nei giardini del tempio.
- Heiden: è la "sala delle offerte". Non è presente in tutti i templi in quanto ognuno di essi tramanda propri riti per celebrare le offerte. Queste offerte sono simboleggiate da vivande, che possono essere disposte su tavoli, appese, sparse nei boschi o nell'acqua. In alcuni templi le offerte vengono accumulate negli heiden.
- Chokushiden: si tratta di una sala speciale dove si tiene la cosiddetta "comunione dei cibi", in giapponese ainame, durante la quale i fedeli mangiano le offerte stesse fatte alle divinità. Questo rituale simboleggia l'unione mistica tra l'uomo e il kami, permessa dal cibo, che viene assunto simbolicamente da entrambi.
- Altre sale: il tempio ospita spesso anche sale utilizzate per le pratiche rituali legate alla musica e alla danza. Furono introdotte nel periodo medievale. Sono solitamente due, collocate simmetricamente a destra e a sinistra della sala principale. Musica e danza sono considerati importanti, poiché si dice favoriscano l'armonia tra l'uomo e i kami.

Area d'ingresso
L'area d'ingresso di un tempio shintoista è nella quasi totalità dei casi contrassegnata dalla presenza di un torii. Il nome (che letteralmente significa "dove risiedono gli uccelli") indica il classico portale mistico che segnala l'entrata nell'area sacra, che oltre ad un tempio può essere una qualsiasi zona naturale caratterizzata da una forte bellezza e singolarità. Un torii è costituito da due pilastri verticali che ne sostengono due orizzontali, e completato da una tavoletta centrale, tra le due aste orizzontali, che solitamente riporta il nome del tempio, dell'area sacra o una frase particolarmente significativa. L'origine di questa struttura è pressoché sconosciuta e si perde nella leggenda (vedi il paragrafo nel capitolo sulla simbologia per approfondire).
Si tratta di un simbolo molto semplice, ma dai significati estremamente profondi, esso simboleggia principalmente il cancello che separa il mondo fisico dal mondo spirituale. Il torii è tradizionalmente costruito in legno e dipinto di colore rosso vermiglio. Ovviamente con il tempo, e in particolare nella modernità si sono presentate numerose varianti, tra cui la pietra e ancor più di recente il metallo.


Bosco sacro
Inizialmente i templi shintoisti venivano edificati in zone incontaminate e isolate dai centri abitati. Sebbene con la grande urbanizzazione del Giappone, oggi, i nuovi templi (in particolare quelli piccoli) non abbiano più la caratteristica di essere immersi in boschi verdeggianti, i luoghi di culto principali tendono invece a conservarla. Questa tradizione va ricollegata senza dubbio alla sacralità della natura e al posto prominente che essa deve mantenere nella vita umana, per permettere all'uomo di rimanere sempre in equilibrio con il mondo. I giardini circondanti i templi sono parte fondamentale della religione shintoista, protettrice della natura in quanto divina. I boschi evocano quel tipo di armonia con il mondo e con il divino che l'uomo tecnologizzato tende sempre più a dimenticare. Subito dopo aver attraversato la prima tappa rappresentata dal torii, nei grandi templi, si accede immediatamente al bosco, attraversato di solito da un sentiero chiamato sando.
Il sando, che attraversa la zona boschiva e conduce alla struttura templare, è molto più di un semplice camminamento, rappresenta infatti un cammino mistico. Riflette il sentiero che l'uomo deve compiere per giungere alla comprensione del divino, ovvero intraprendere un passaggio attraverso la natura, unico vero mezzo per conoscere quale sia il mistero della vita. Il sando è un cammino rituale, che il fedele intraprende per giungere alla purificazione e liberare la mente, in modo da raggiungere la contemplazione e la venerazione dei kami con la spontaneità più pura possibile. Ai lati del sando, che spesso può essere anche una scalinata, sono poste di frequente statue di animali sacri, o lanterne di pietra, che dividono il percorso in una serie di tappe. È comune anche che il sando, in certi templi, attraversi un ponte, chiamato shinkyo. La traversata del ponte — e quindi dell'acqua — simboleggia la purificazione.

Il Giappone è uno dei Paesi più industrializzati al mondo: dire che il sessantasette per cento del suo territorio è ancora coperto da foreste sembrerebbe un paradosso, eppure si tratta della realtà. Probabilmente il Giappone, più che alla geografia territoriale e al carattere montagnoso, deve proprio alle sue tradizioni e ai suoi valori religiosi questo interessante ossimoro, un modello che di certo dovrebbe essere preso maggiormente in considerazione.

Data la radicata credenza nella sacralità dell'universo i templi rappresentano in un certo senso un microcosmo, una piccola riproduzione degli elementi naturali nella loro essenza: il giardino rappresenta i boschi e le foreste di tutto il mondo, la fonte per le abluzioni il fiume, le pietre nei giardini rappresentano le montagne e infine gli stagni, rappresentano i mari e i laghi.
 
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