Insegnamenti della cultura e della religione giapponese, Vita dopo la morte e riti di purificazione.

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KuchikiRukia ~
view post Posted on 16/7/2012, 10:15




- Insegnamenti cultura e religione giapponese -




Vita dopo la morte -

Secondo la fede Shintoista, lo spirito umano è eterno, proprio come i kami. Come nella maggior parte delle concezioni orientali l'aldilà è concepito dallo Shintoismo come una sorta di livello esistenziale superiore. Quando si muore dunque, per lo Shintoismo, si cambia semplicemente forma di esistenza, si accede ad un altro tipo di esistenza. Questa è la concezione più moderna.

Poiché lo Shintoismo è coesistito pacificamente con il Buddhismo per oltre un millennio è molto difficile separare le credenze buddhiste da quelle shintoiste. Si può dire che mentre il Buddhismo enfatizza la vita dopo la morte, lo Shintoismo enfatizza questa vita e la ricerca della felicità in essa, sebbene abbiano prospettive molto diverse sul mondo, la maggior parte dei giapponesi non vede alcuna necessità di riconciliare le due religioni e pertanto le pratica entrambe. Perciò è comune per molte persone praticare lo Shintoismo in vita ed essere comunque sepolte con un funerale buddhista.

Nello Shintoismo antico veniva ovviamente dato maggior peso alla mitologia. Si credeva in una serie di paradisi, già c'era quindi la concezione della pluralità esistenziale, anche se non espressa filosoficamente tra il popolo. Tra questi paradisi si annoverano: l'aldilà del cielo, l'aldilà Yomi, l'aldilà Tokoyo, l'aldilà delle montagne. Questi luoghi non sono descritti né come posti ameni né con caratteristiche infernali, ma come luoghi molto simili al mondo terrestre.


Etica

La natura è sacra in ogni sua forma.

Lo Shintoismo presenta un'infinità di insegnamenti positivi, che nascono anche come conseguenze dei suoi precetti fondamentali.
Una prima regola etica è sicuramente la disponibilità verso gli altri. La religione shintoista insegna che l'uomo deve sempre offrirsi per aiutare il prossimo, caritatevolmente, sinceramente e amorevolmente, per mantenere l'armonia e il benessere nella società.
« La sincerità porta alla verità. La sincerità è saggezza, che unisce l'uomo e il divino in un tutt'uno. »

« Sii caritatevole con tutti gli esseri: l'amore è la prima caratteristica del divino. »

Conseguentemente lo Shintoismo incita al contenimento dell'egoismo e dell'egocentrismo, promuovendo invece l'umiltà.
« Non vi è posto per l'egoismo nello Shinto. »

« Ammettere uno sbaglio è il primo segno di una grande saggezza. »

Il culto shintoista pone, in generale, al primo posto l'interesse della comunità e il pubblico benessere. Ciò non significa che i diritti individuali e la famiglia siano ignorati. Al contrario, è sullo sfondo dei riti religiosi, come conseguenza delle azioni verso gli altri, che l'intimità, il carattere individuale di una persona e i suoi rapporti con il prossimo, sono ampiamente promossi.

Sebbene lo Shintoismo non abbia comandamenti assoluti al di fuori di vivere una vita semplice ed in armonia con la natura e le persone, si dice che ci siano Quattro Affermazioni che esprimono tutto lo spirito etico di questa religione:

1) La famiglia è il nucleo principale della vita di una persona, è il gruppo in cui e attraverso cui una persona cresce, e da cui eredita un approccio e una visione del mondo ben precisi. Di conseguenza a questa grande importanza, il nucleo familiare è un fondamento necessario al benessere dell'individuo, e come tale va tutelato ed in particolare mantenuto armonico.

2) La natura è sacra, in quanto espressione del divino; conservare un contatto con essa comporta il raggiungimento della completezza e della felicità, e significa mantenersi vicini ai kami. Come tale la natura va rispettata, venerata e soprattutto tutelata, poiché è da essa che deriva l'equilibrio della vita.

La natura è eterna simmetria ed equilibrio.

3) La pulizia è un componente essenziale dello Shintoismo, pulizia consente purezza, e la purezza è una delle massime virtù. La pulizia è essenziale per condurre una vita armoniosa: il fedele shintoista ne fa largo uso, sia su se stesso che negli ambienti in cui vive; i templi shintoisti vengono tenuti sempre impeccabilmente puliti dai sacerdoti.

4) I matsuri sono i festival dedicati ai kami. In questi giorni il fedele shintoista prega nei templi, o nella propria casa. Per festeggiare le divinità, vengono allestiti feste, processioni e banchetti. I matsuri vengono organizzati dai templi o dalle comunità. Queste feste sono parecchie durante l'anno e vanno da quelle più importanti e nazionali a quelle dei piccoli paesi. I giorni normali sono chiamati ke ("giorno") e quelli di festa sono detti hare ("soleggiato" o semplicemente "buono").


Purificazione.
Concetto di impurezza
Secondo lo Shintoismo non c'è niente di peccaminoso di per se, piuttosto certi atti creano un'impurezza rituale che una persona dovrebbe voler evitare semplicemente per ottenere pace mentale e buona fortuna, non perché l'impurezza sia sbagliata in se stessa. Il male e gli atti sbagliati sono chiamati kegare (letteralmente "sporcizia"), e la nozione opposta è kiyome (letteralmente "purezza"). L'uccisione di un essere vivente, considerata come atto impuro, dovrebbe essere fatta con gratitudine e con riverenza nei confronti dell'animale e ridotta al minimo, praticata solo quando altamente necessario.

I giapponesi moderni continuano a enfatizzare grandemente l'importanza dell'aisatsu, l'insieme di frasi e saluti rituali. Prima di mangiare, molti giapponesi dicono itadakimasu ("ricevo umilmente [questo cibo]"), in modo da prestare un appropriato rispetto per chi ha preparato ed in generale per tutti quegli esseri viventi che hanno perso la loro vita per permettere quel pasto. La mancanza nel mostrare rispetto può essere considerata come un segno di orgoglio ed un'assenza di preoccupazione per gli altri. Questa attitudine è evitata, perché si pensa che possa causare problemi per tutti. Chi fallisce nel tenere in giusto conto i sentimenti delle altre persone e dei kami attrarrà su di sé la propria disgrazia. La peggior espressione di questa attitudine è lo sfruttare la vita degli altri per il guadagno o godimento personale. Si crede che le persone uccise per mano altrui provino urami ("rancore") e diventino aragami, spiriti potenti e malvagi che cercano vendetta. Per tutti questi motivi, nelle moderne compagnie giapponesi, non viene intrapresa alcuna azione prima che venga raggiunto un consenso e una consapevolezza unanime.

Fonte per le abluzioni al tempio di Itsukushima.

Riti purificatori
I riti di purificazione sono una parte vitale dello Shintoismo e sono stati adottati anche nella vita moderna. Un rito di purificazione personale è legato all'acqua, elemento purificatore per eccellenza: consiste nel resistere sotto a una cascata o nell'eseguire delle abluzioni rituali alla foce di un fiume o nel mare, oppure semplicemente mediante le apposite fonti dei templi, quest'ultima pratica è richiesta quasi sempre prima dell'accesso al luogo sacro. Queste due forme di purificazione sono spesso dette 祓 harai. Una terza forma di purificazione è l'astensione da qualcosa, cioè un tabù (per esempio alle donne non venne permesso di scalare il Monte Fuji fino al 1868). I tabù sono pressoché scomparsi nello Shintoismo moderno. Tra le altre credenze vi è quella di non pronunciare parole considerate di cattivo auspicio ai matrimoni, come ad esempio la parola tagliare, o non partecipare ai matrimoni se di recente si è persa una persona cara.

Nelle cerimonie di purificazione vengono generalmente utilizzati vari elementi simbolici, tra i quali spiccano la già citata acqua, il sale e la sabbia. Gli atti generali di pulizia sono chiamati misogi, mentre in specifico, la purificazione personale all'ingresso dei templi, che consiste nel lavarsi mani e bocca, è chiamata temizu o anche imi. Un rituale misogi ancora oggi molto praticato è quello che consiste nel gettare acqua nei dintorni della propria casa, per ottenerne la purezza.

I riti di purificazione sono sempre il primo atto di una qualsiasi cerimonia religiosa, e vengono praticate anche per benedire avvenimenti importanti. Per esempio i nuovi edifici costruiti in Giappone vengono spesso benedetti da un sacerdote shintoista, come vengono benedetti anche i nuovi aerei o le nuove automobili. Questo tipo di rituale purificatorio è chiamato jichinsai. Addirittura un rito di questo tipo venne tenuto nel 1969 per benedire la missione sulla Luna dell'Apollo 11.

Il sale è, dopo l'acqua, l'altro elemento importante nei rituali di purificazione. Le cerimonie legate al sale vengono genericamente chiamate shubatsu. Vi sono varie cerimonie in cui il sale viene sparso in un determinato luogo per eliminare le impurità, chiamate maki shio (letteralmente "sale sparso"). Di solito all'ingresso delle case vengono posti dei contenitori di sale, chiamati mori shio, che si crede abbiano l'effetto di purificare chiunque entri nell'abitazione. Il maki shio è praticato nelle case, e anche, alternativamente o insieme all'acqua, prima della costruzione di un edificio. Il sale viene offerto simbolicamente anche alle divinità, ponendolo sugli altarini domestici kamidana (vedere la sezione sul culto domestico).
 
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