La nascita del Ju-jitsu

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KuchikiRukia ~
view post Posted on 22/7/2012, 11:21




La storia del Ju-jitsu


ju-jitsu


Il Ju-Jitsu, "Dolce Arte" , o "Arte della cedevolezza", è la più antica arte marziale giapponese di difesa personale a mani nude e veniva praticato in battaglia dai Samurai durante i combattimenti corpo a corpo. L’origine del Ju-Jitsu è oscura, giace nel passato, sebbene molte teorie siano state avanzate. Tre sono accettate dagli storici come possibilità valide. La prima di queste teorie è che il Ju-Jitsu aveva le sue radici in Cina e fu trasportato in Giappone da un cinese chiamato Chin In, che, durante il suo soggiorno in Giappone (1644-1648), fu ospitato presso il tempio di Kokuseiji in Azabu Edo ( la vecchia Tokyo) e visse nel tempio con tre maestri, Shic Hiroemon Fukuno, Yojiemon Miura e Jiroumon Isogai, da questi apprese varie nozioni di Kempo, sviluppando da queste un metodo completo di difesa personale: il Ju-Jitsu.
La seconda teoria sostiene l’idea della radice cinese, ma insiste sul fatto che fu un cittadino giapponese a elaborarlo. Si chiamava Shirobei Akiyama e andò in Cina per studiare le arti mediche, ma anche quelle marziali. Assimilò le tecniche da combattimento delle scuole cinesi, e fondò più tardi la Scuola Yoshin Ryu. Si pensa che la Yoshin Ryu sia stata la prima scuola di Ju-Jitsu dalla quale presero vita e si svilupparono in seguito gli altri metodi e stili. La terza teoria suggerisce che il Ju-Jitsu ha origini e radici giapponesi. All’inizio del 1500, tre arti marziali diventarono manifestazioni ufficiali in Giappone: il Kyo-do (tiro con l’arco); il Kishi (tiro con l’arco a cavallo) e il Sumo (lotta corpo a corpo). In tale epoca si narra che una profonda differenziazione degli stili di combattimento volse a separare il Sumo dal Ju-Jitsu. La scuola fondatrice di tale disciplina fu la Takeuchi nel 1532 a Sakushu. Così lo stile Takeuchi è ritenuto in Giappone come “il padre del Ju-Jitsu”. Il Ju-Jitsu cominciò a svilupparsi alla fine dell’Era di Sengoki, e la sua popolarità crebbe durante il periodo Kanei, Munnji, e di Kandu (1624 – 1673). Negli anni delle intense agitazioni civili dominate dall’aristocrazia guerriera, il Ju-Jitsu si sviluppò come arte di combattimento in campo aperto, poi come esercizio fisico e mentale, ed ebbe il suo periodo d’oro dal 1604 al 1867. Durante questo periodo, furono contati circa 160 metodi e stili di Ju-Jitsu. Il Ju-Jitsu si sviluppò nel resto del mondo, alla fine della 1^guerra mondiale. In Italia, fece una brevissima apparizione, grazie ai marinai Pizzola e Mascarelli nel 1908. A differenza del Judo che abbandonando la matrice di origine, seguiva lo sviluppo proprio di uno sport, conservava l’originario spirito di tecniche di difesa personale e era coltivato da pochissimo maestri, gelosi del loro patrimonio. Questo processo di chiusura non consentì un’espansione della disciplina. Di tale disciplina, non se ne sarebbe quasi più parlato se non ci fosse stato Gino Bianchi (1914–1964), il quale, in qualità di sottufficiale della Marina Militare Italiana, sovente si recava in Oriente. Divenne ben presto un sostenitore delle tradizioni orientali e un cultore del Judo e Ju-Jitsu . Nel 1946 Gino Bianchi ( cintura nera 6° Dan), costituì la Oldj (Organizzazione ligure divulgativa di Ju-Jitsu) che tesserò oltre 5000 fra atleti, maestri e simpatizzanti. Da quel momento prese vita ufficialmente il metodo Bianchi . Citiamo alcuni nomi di suoi diretti allievi, che diedero e ancora oggi danno lustro a tale metodo: De Stefanis, Foralosso, Marisano, Zola, Monteverde, Mazzaferro, Rizzo, Capacci e Orlandi. A questi ultimi, Gino Bianchi lasciò il suo dojo quando morì nel 1964 per un attacco di cuore sui gradini della chiesa del Carmine a Genova. Il metodo da lui codificato, continua ad esistere grazie allo studio accurato svolto dal maestro Rinaldo Orlandi che ne diede un’impostazione più consona ai nostri tempi .
Citiamo alcune scuole tradizionali di stile operanti in Italia : sifta-na-ryu, sato-ryu, aiki-jitsu-daito-ryu, kyu-shin-ryu, sankaku-ryu, wado-ryu ju-jitsu, shobukai-ryu.
Nel 1993 viene presentato il metodo Sankaku-Ryu il quale viene inquadrato in campo nazionale ed internazionale come Scuola Tradizionale “SANKAKU-RYU JU-JITSU“. Attualmente il Ju-Jitsu è elemento di vitale importanza presso le forze armate e i reparti speciali di quasi tutti i paesi del mondo. Nel Ju-Jitsu, "dolce arte", le tecniche si ispirano al principio della cedevolezza, quindi del saper sfruttare la forza dell'avversario ovvero dell'adattamento, che sono validissime per neutralizzare qualsiasi attacco indipendentemente dalla mole e dalla forza dell'aggressore.
La dolce arte finché resta integra e non abbandona la tradizione orientale, sarà sempre la più antica arte marziale Giapponese, piena di fascino e mistero.
Fonte:http://www.shihangaeta.it/storia_del_ju_jitsu.htm
 
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