Cha No Yu: Una cerimonia senza spazio né tempo.

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KuchikiRukia ~
view post Posted on 10/2/2013, 17:17




Cha No Yu: Una Cerimonia Senza Spazio e Senza Tempo


L’occupazione più complessa a cui i giapponesi si dedicano nel tempo libero è la Cerimonia del Tè. Anche gli inglesi seguono un rito del tè che ha la sua importanza ed è divenuto un’istituzione fondamentale della loro civiltà moderna.
Nelle cerimonie del tè più sontuose, il comportamento estremamente formale del padrone di casa e dei suoi ospiti e il vasto assortimento di argenteria e vasellame conferiscono al tutto un carattere alquanto particolare. Di conseguenza, quando mi parlarono della Cerimonia del Tè in Giappone, pensai di poterla includere tra altri momenti di formale convivialità che avevo vissuto in India, in Cina e in altri paesi.
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Dopo aver letto i classici resoconti sulle cerimonie del tè e dopo aver partecipato a quell’esperienza in Giappone costruimmo una sorta di casa da tè nel nostro giardino in Inghilterra, ma ci accorgemmo che mancava qualcosa. In Giappone la cerimonia si svolge sul pavimento ricoperto di stuoie tatami di una piccola stanza del tè in cui si entra quasi strisciando attraverso una porticina bassa, dopo aver percorso il cosiddetto “sentiero della rugiada”. E bisogna togliersi l’orologio. L’impressione è di lasciare il regno della mondanità e di entrare in uno di quei luoghi sacri che ritroviamo in molti rituali.
Un pò in disparte nella stanza vi è un toko no ma, una sorta di nicchia con appeso un rotolo vergato in bella calligrafia, un fiore o qualche altro oggetto prezioso che ricreano un senso di alterità. Nella cerimonia non intervengono né divinità né spiriti: essa appartiene in toto al nostro mondo terreno, anche se costituisce al tempo stesso un momento sacralizzato, a metà strada tra bere un semplice tè e accostarsi alla comunione. La cerimonia potrebbe essere definita una sorta di religione interamente umana.
In realtà, la cerimonia del tè presenta una strana contraddizione, dato che è evidente il suo carattere antiritualistico: c’è una cerimonia ma manca qualsiasi contatto con un dio o altre divinità; c’è una precisa etichetta da seguire ma manca qualsiasi accenno a un’etica religiosa. In certa misura, essa è l’equivalente funzionale della religione, senza però un apparato teologico.
La stanza del tè rappresenta il mondo esterno (contrapposto a quello interiore) ma è al tempo stesso un luogo sicuro e neutro che permette quel genere di comunicazione intima e profonda che può realizzarsi soltanto tra le mura domestiche. E’ un luogo in cui ogni distinzione di ceto o barriera di casta viene temporaneamente sospesa. E’ uno spazio indefinito, dove si comunica attraverso il linguaggio della gestualità e dei movimenti. L’essenza della cerimonia del tè è sintetizzata nelle parole Ichi-go Ichi-e del suo più grande riformatore del XVI secolo, Sen no Rikyuu:
Può accadere che una volta nella tua vita incontri uno sconosciuto e che tu riesca a scorgere in quel momento quella che è tutta la tua verità.
La cerimonia è semplice e al tempo stessa densa di spiritualità. La bevanda del tè, con le sue proprietà mistiche e terapeutiche, diviene il centro della venerazione: il tempo si ferma, lo spazio scompare.
Tratto dal libro Enigmatico Giappone di Alan MacFarlane

- FONTE.
 
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