Cha No Yu: l’Armonia e la Semplicità della Sala del Tè

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KuchikiRukia ~
view post Posted on 25/2/2013, 20:31




Cha No Yu: l’Armonia e la Semplicità della Sala del Tè


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- Maestro, qual è l’elemento essenziale dell’atto di bere il tè?
- Figlio mio, è la calma dello spirito di colui che beve il tè.

Distinguevo appena un viale debolmente illuminato da lanterne di pietra, ma delle larghe lastre ci facilitavano il cammino verso una piccola costruzione in legno. Arrivati nel padiglione e dopo aver lasciato mantelli e scarpe, restammo un momento nell’anticamera (machiai) a riposarci, scaldarci, rilassarci; poi penetrammo nella sala da tè.
All’inizio, si deve poter fare il tè non importa dove; è sufficiente trovare un luogo calmo, libero ed essere capaci di astrarsi da tutto ciò che ci circonda. Tuttavia, è un peccato non praticare in quel luogo “magico” che è una vera sala da tè. La prima impressione, per chi entra nella “茶室 chashitsu” (sala da tè), è l’intensa poesia dei luoghi, la bellezza costituita dall’elegante sobrietà degli oggetti, e, ad un tempo, dall’austerità di tutto l’insieme. Qui si potrebbe dire:
Tutto non è che Armonia e Semplicità,
Silenzio Vivente e Serenità.
Questa sala da tè è chiamata “casa del vuoto”; vuota, essa in effetti lo è, poiché non contiene alcun mobile, ma solamente il focolare sul quale si pone la marmitta con l’acqua ed il tokonoma ove si mettono la calligrafia ed i fiori. Ciò che conta è la sensazione di perfetta ricettività all’essenziale, ossia alle energie cosmiche di cui questo luogo deve essere il punto d’incontro.
Il vuoto è onnipossente perché può contenere tutto ed è sinonimo di illimitato; è un vuoto che invita colui che penetra nella sala a fare lo stesso vuoto in sé, ad abbandonare tutte le turbolenze interiori per aprirsi alla pace, alla serenità ed alle energie congiunte della terra e del cielo: là, dove il dialogo con l’angelo diventa possibile. Questa sala da tè è anche detta “casa dell’asimmetria“, poiché sottolinea l’imperfezione di tutto ciò che è umano ed invita perciò a camminare sulla via della perfezione, pur sapendo che essa è inaccessibile all’uomo in questo mondo. [...]
E là, in effetti, a Kamakura presso Madame Nosaki, tutto mi sembrava di una evidente e perfetta semplicità. E’ per la porta dell’umiltà che entriamo nella sala del tè. Si tratta di una stanza di quattro tatami e mezzo, che una luce dolce ma calda illumina al punto giusto. Restiamo sole ancora qualche istante durante i quali, così com’è d’uso, esaminiamo la sistemazione dei fioi nel tokonoma, poi il focolare incastrato nel suolo e sul quale è deposto un superbo bollitore in ghisa, contenente un’acqua che canticchia gaiamente, infine la scansia sulla quale riposa, in basso, il vaso d’acqua fredda (mizusashi), ed in basso il natsume, una scatola in lacca nera graziosamente decorata nella quale si trova la polvere di tè.
Questo uso al quale sacrifichiamo (ed io con un miscuglio di timidezza e di grande curiosità), permette agli invitati di stabilire una relazione di armonia fra la loro propria sensibilità, il loro essere interiore, e tutti questi oggetti carichi di vita riuniti nello spazio chiuso e ristretto di una stanza; sensazione di pace, di poesia, di bellezza; di bellezza in nulla rigida o formale. [...]
E tale impressione è rafforzata dalla presenza, in questa sala da tè, dei cinque elementi alla base della concezione dell’universo in Estremo Oriente, vale a dire il legno, il fuoco, la terra, il metallo e l‘acqua:
il legno con il tokonoma ed i tre piccoli utensili utilizzati per la preparazione del tè: il mestolo dal manico lungo (hishaku), la frusta per battere il tè (chasen) e il cucchiaio per prendere la polvere di tè (chashaku)
il fuoco, ossia il focolare (fiamma e cenere)
la terra, il vaso dell’acqua fredda (mizusashi) e la tazza da tè (chawan)
il metallo , il bollitore (kama)
l’acqua, calda e fredda, ossia Yin e Yang.
Il focolare concentra in sé la concezione taoista della perpetua trasformazione della vita in pulsione vita-morte, vale a dire yin-yang, perché il carbone di legna che vi brucia diviene ad un tempo fiamma di vita e cenere.
L’acqua che cantando scalda nel bollitore si trasforma in vapore e scompare nell’aria, ed è per questo che gli invitati vanno ad inchinarsi davanti al focolare, vero simbolo del grande mistero della vita.
Articolo tratto dal libro La via delle quattro virtù. Il simbolismo della cerimonia del tè di S.J. Soutel Fouiffes.

- FONTE.
 
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