| Correvo alla cieca: avevo perso l'orientamento e probabilmente stavo girando intorno allo stesso identico punto già da un po'.
Ero stanco e avevo il fiatone, perciò decisi di fermarmi. Mi sedetti sotto un albero e mi riposai un po'.
"E ora che faccio?"
<<potresti smettere di cercarla e andartene, no?>>
Chissà come mai quel me stesso spuntava esattamente quando era l'ultima persona che volevo vedere o sentire.
"Ma perché non se ne va via e non mi lascia in pace?"
<<perché sono legato a te, se no non aspetterei un solo istante e scapperei via, come dovresti fare tu>>
Solo allora mi accorsi che mi rispondeva anche quando non gli parlavo.
"Leggi nella mente?"
<<solo la tua, anche se solo i pensieri superficiali. E dovresti pure saperlo. Come si fa a perdere la memoria in un modo così stupido.>>
"In che senso? Sai cosa mi è successo prima di perdere la memoria?"
<<si, ovvio.>>
"E me lo dici ora?"
<<1, tu non me l'hai mai chiesto. 2, io non ti parlerò del tuo passato: se sei un uomo devi ricordarti le cose da solo. 3, ...
abbiamo compagnia>>
Solo allora notai uno strano rumore d'acqua. Mi alzai e stetti pronto. Poteva essere uno slim? O magari un altro mostro che non conoscevo? Oppure era una delle due ragazze.
Il rumore si faceva sempre più forte.
Poi, da dietro un albero, uscii una figura femminile blu, tutta nuda che sembrava fatta di acqua semi-solida.
"Uno slim... femmina?"
Appena mi vide, quella figura iniziò ad avvicinarsi a me. Che dovevo fare? Urlare come mi aveva detto la ragazza? Scappare? Combattere?
<<patetico>>
"Cosa?"
<<non riesci a distinguere un nemico da un amico. Quello non è uno slim: è una Naiade. E sembrerebbe pure ferita, a giudicare dal braccio destro.>>
Solo allora notai che, all'interno del braccio della Naiade, c'era una strana macchia viola che si stava spargendo, lentamente, ma costantemente.
"Sangue?"
<<le Naiadi non sanguinano: sono fatte solo d'acqua.>>
"Allora che cos'è?"
<<non ne sono sicuro, ma qualunque cosa sia, non gli fa bene.>>
Ad un tratto la Naiade, che si era avvicinata ed era a tre metri da me, catte a terra. Così, come se fosse svenuta.
Non persi tempo e andai a soccorrerla. La sensazione che provai toccandole le braccia era strano: era come toccare un fluido non Newtoniano, solido e liquido insieme.
Decisi che era meglio avvertire la ragazza dai capelli lunghi.
Sì, ma come la chiamavo: non sapevo il suo nome. Come avrei potuto chiamarla.
Poi mi venne l'illuminazione: se era la sorella di Nonihachi Yuki aveva anche il suo cognome.
Alzai lo sguardo e urlai a pieni polmoni:
<<nonihachi, vieni subito.>>
Aspettati un po', e non sentendo niente ripetei il messaggio, e ancora, e ancora, finché i polmoni non mi fecero male e dovetti smettere per riprendere fiato.
<<mio dio, fa pena anche ad urlare. Riesco a sentirti io a malapena da qui>>.
La mia stanchezza e disperazione si trasformarono in rabbia. Avevo come il presentimento che fosse sua la colpa di tutto. Che era stato un suo progetto fin dall'inizio.
Lo cercai con lo sguardo, ma era sparito. Preso dalla rebbia presi dei sassi per terra e li stritolai con la mano sinistra. Li sentivo sgretolarsi, che si sbriciolavano sotto la presa, e ne fui divertito. Poi ripresi a ragionare e capii quanto era stupido quel gesto. Smisi di stritolare i sassi e mi sedetti chiedendomi cosa stessi facendo. Ad un tratto vidi dentro alla mano sinistra una strana luce e la aprii: i sassi, o quello che ne rimaneva, avevano iniziato a brillare come piccole luci, a avevano iniziato a tremare, come se stessero per scoppiare.
Edited by Macagge - 23/6/2013, 08:27
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