| Rimasi a fissare quelle pietre, come incantato.
L'odio, il terrore, il caldo, il freddo,... non sentivo più nulla. C'erano solo quelle pietre. Ed erano bellissime: la forma, il rumore che producevano tremando... era bellissimo. Poi sentii un rumore alle mie spalle, e fu come se mi fossi svegliato da un sogno. Mi girai a vedere cosa fosse, ma qualcosa mi punse al collo, qualcosa di appuntito.
Caddi a terra. Non avevo più forza. Solo sonno. Prima di addormentarmi, vidi le pietre che mi avevano incantato: erano a terra e tremavano ancora, ma ora il suono che producevano era più simile a una risata.
Non so quanto tempo fosse passato.
Mi svegliai a causa di una luce intensa. Appena aprii gli occhi dovetti richiuderli, quanto era forte. Provai ad alzarmi, e mi tagliai la mano destra. Non era grave (un graffietto), ma questo mi disorientò ancora di più. Usando la mano sinistra riuscii ad alzarmi e cercai di scoprire dov'ero. Grazie a quella luce, riuscii a vedere bene sia il pavimento che i muri: erano grigi e rocciosi, come quelli di una grotta.
Mi sentii ancora peggio dopo questa scoperta: perché ero li? Che era successo? Che cosa avrei fatto ora? ...
Quando mi calmai, studiai la mia fonte di luce: era talmente intensa che non riuscii a guardarla direttamente, ma capii che non era ne appoggiata a terra ne appeso al soffitto. Galleggiava per aria. Cercai di allontanarmi, ma mi seguiva. Se mi avvicinavo, si allontanava. Mentre studiavo quella strana forma luminosa, notai che c'erano delle torce accese attaccate al muro. Non le avevo notate prima perché quella luce offuscava completamente la loro. Capii che quello non era la fonte di luce di quella stanza, ma era stato messo lì dopo.
"Che sia un altro tipo di mostro?"
Mentre capivo dove fosse un uscita... un modo per scappare da quell'essere luminoso, quando sentii un rumore... un allarme. Era fortissimo, tanto che dovetti coprirmi le orecchie... non che servisse: quel suono era come se fosse dentro la mia testa. Suonò sette volte, e dopo la settima volta, sentii come se una parte di me venisse strappata via. Poi il dolore sparì, e tutto si fece nero. E poi... mi sono svegliato. Questo è tutto.
Ci fu un lungo silenzio nella stanza N°301 dell'ospedale 保存したの魂 (Hozon sa reta no tamashī), interrotto soltanto dal rumore che la penna produceva scrivendo.
Il dottor Calgar continuò a scrivere per circa un minuto, senza dire nulla. Quando ebbe finito si rivolse alla persona sdraiata sul lettino.
<<e, come mi ha detto il mio collega prima, lei non ricorda niente prima di questo "sogno", giusto?>>
<<esatto>>
<<neanche come si chiama?>>
<<no, neanche quello. O meglio, solo Macagge>>
<<e "Macagge" dove l'ha sentito>>
<<gliel'ho detto: era scritto su quel foglietto che...>>
<<e come fa ad essere così sicuro della pronuncia, se ha detto che l'ha soltanto letto?>>
Macagge aprii la bocca per rispondere, ma non gli uscii alcun suono. Era troppo stanco.
Il dottore si alzò.
<<la lascio riposare>> disse, ed uscii dalla stanza.
Macagge si sdraiò lentamente sul letto. Tutti i muscoli erano deboli e faceva fatica a muoversi. Abbastanza normale, per uno che era rimasto in coma per 2 anni.
Ripensò a tutto quello che gli era successo: il dolore, la paura, la fatica, la rabbia,...
<<possibile che sia stato tutto un sogno?>>
Qualche stanza più in la, stando attento che non ci fosse nessuno li intorno, il dottor Calgar telefonò ad un numero memorizzato col nome di "Founder".
Suonò due volte, ma alla terza rispose una voce sicuramente alterata al computer.
<<quanto tempo ci hai messo? Mi hanno segnalato la sua morte 3 ore fa. Perché mi chiami ora?>>
<<ecco, perché non è morto nessuno, signore>> rispose il professore, con voce piuttosto tremante.
<<cosa? Ma come, i miei appa... scusa, allora perché mi hai chiamato? Cos'è successo? Un guasto?>>
<<no, niente di simile. Ecco... il paziente della stanza 301...>>
<<siiii?>>
<<si è svegliato, signore>>
Ci fu un lungo silenzio, poi il professor Calgar sentii uno strano rumore. Sembrava quasi una risata.
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