Code Game, Capitolo 7: Altre domande?

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Macagge
view post Posted on 28/7/2013, 23:29




Era passato tutto il pomeriggio, e Macagge non sapeva che fare. Era stanco, ma non riusciva a dormire. Nonostante fossero passate le dottoresse a lavarlo (cosa piuttosto vergognosa, e che Mac aveva superato facendo finta di dormire) e a fare dei controlli, non si era ricordato o si era vergognato di chiedere e non era riuscito ad accendere il televisore.
Inoltre, in quella stanza l'unico orologio era uno elettrico posto sul comodino, ed era con grande fatica e dolore che riusciva a guardarlo, quindi lo faceva raramente (in 8 ore, l'ha guardato 3 volte).
Sapeva che era sera, perché l'unica cosa che illuminava la stanza era un lampada al neon posta sopra la porta, oltre ovviamente ai macchinari elettronici.
Non sapeva se controllare o no l'ora. Alla fine decise di provarci, e mosse dolorosamente la testa per controllare con un movimento che, se i muscoli non fossero stati rattrappiti, avrebbe impiegato un attimo e senza alcuno sforzo a compiere. Purtroppo, anni di coma si fanno sentire, e i muscoli, se sforzati, rischiano di rompersi.
Alla fine, riuscii a controllare l'ora: 21:59 p.m.
Stette a guardare l'ora, rilassandosi e preparandosi a rigirare la testa.
Ad un tratto vide il cinque e il nove diventare entrambi zero, mentre l'uno divento un due.
Erano le 22:00 p.m.
Appena scocco quell'ora, sentì come se gli venisse strappata via l'anima.
Era diventato tutto buio, e Mac aveva la sensazione di volare. O meglio, di cadere.
Ebbe questa sensazione per un paio di secondi, poi sentì un dolore alla schiena: aveva toccato il suolo.
Non gli fece male il toccare il suolo, ma lo spavento. Si giro su se stesso, mettendo il viso verso "terra" e si mise le mani davanti per coprire la faccia.
Stette così per un minuto, poi riprese a respirare normalmente ed a ripetersi "Non smettere di pensare. Non smettere di pensare. Non smettere di pensare".
La prima cosa che si chiese fu "Dove sono?", ma questa domanda fu presto sepolta da altre due, che lo spaventarono ancora di più.
La prima fu "riesco a muovermi?" mentre l'altra fu "Ho il braccio sinistro?".
Non sapeva cosa fare e rimase sdraiato a faccia in giù.
Lentamente, si alzò e guardò dov'era.
Riconobbe subito quella stanza: le pareti grigie, le torce che illuminavano debolmente quell'angusto spazio,...
Sono di nuovo in quella grotta?!
Si guardò intorno, guardingo, ma non vide la fonte di luce accecante che aveva trovato quando era stato li prima. Vide invece una linea di sbarre verticali verso l'uscita da quella grotta.
Sono chiuso dentro!
Spinto dalla disperazione, corse verso quelle sbarre. Erano graffiate, a indicare che erano li da molto tempo, ma non c'erano tracce di ruggine. Cercò la porta per uscire e si stupì quando, trovandola, si accorse che era aperta. Aprii lentamente, per paura di fare rumore, e se la richiuse alle spalle. Qualcuno doveva averla oliata, poiché non fece il minimo rumore.
Cercò di orientarsi, ma già era sconvolto dall'essere di nuovo li, che non riusciva a pensare ad altro.
Continuò a camminare per un quarto d'ora, trovando bivi e curve, ma senza trovare una porta. Alla fine ritornò al punto di partenza: la grotta con le stesse sbarre. Era sicuro che fosse la stessa, poiché la porta era socchiusa esattamente come l'aveva lasciata lui.
Si sedette a pensare.
<<che ci faccio di nuovo qui? Che sta succedendo? Voglio svegliarmi! Non ne posso più. Sto impazzendo.>>
Macagge si mise le mani tra i capelli, non riuscendo più a pensare razionalmente.
Cercava di svegliarsi, ma sembrava quasi che fosse sveglio.
<<era quello dell'ospedale, il sogno? Cosa faccio? Cosa faccio? CA***, MA DOVE SONO?>>
Le sue urla echeggiarono nelle gallerie, fino a scomparire nel buio.
Quando fu di nuovo silenzio, Macagge chiuse gli occhi, cercando di calmarsi.


<<vuoi delle risposte?>>
Macagge scatto in piedi, cercando la provenienza di quella voce, ma non vide nessuno intorno. Solo il buio.
<<yes or no?>>
Macagge non sapeva che fare: la voce (femminile) echeggiava nella grotta, e non era possibile capire da dove provenisse.
Mac stette la fermo un paio di secondi. Voleva delle risposte: aveva troppe domande che non ne avevano e da troppo tempo.
<<sì, vorrei delle risposte>>
<<good>>
Macagge sentì come se una mano li stesse toccando il volto. Una dolce mano soffice come l'aria che gli chiudeva gli occhi. Una mano che lo immergeva in uno stato di tranquillità.

Quando Macagge si svegliò, era steso su un letto. Controllo la mano sinistra: c'era ancora.
Deve avermi drogato, o qualcosa di simile. Ma è possibile che dentro questo dannatissimo sogno dorma sempre?
<<chissà. Forse sei anche accidioso, sotto sotto>>
Macagge si voltò, e vide di nuovo quel sé stesso che continuava ad apparire e a scomparire.
<<comunque, ti conviene aspettare che torni. è via da un po': dovrebbe tornare tra poco>>
L'hai vista?
<<ovviamente. Non sono cieco>>
E com'è?
<<perché dovrei dirtelo? Lo vedrai tu stesso>>
Quando parli così vorrei non riuscire a sentirti
<<se non mi avessi catturato non saresti costretto a farlo>>
E mi penti di averlo fa... come, scusa? Catturato? Ti avrei catturato? In che senso?
<<ti ho già detto che devi ricordarti da solo le cose>>
Macagge si guardò intorno, avendo capito che era inutile fargli altre domande.
La stanza era piccola e rotonda, con soltanto un buco sul soffitto ad illuminare la stanza. C'erano delle torce vicino alla porta, ma erano spente. Di mobili nella stanza, oltre il letto ove era seduto, c'era un tavolino quadrato con 3 sedie, una specie di fornello, un'incudine e una specie di cesta molto larga, quasi da riempire tutto un lato.
Macagge si sdraiò, aspettando che l'arrivo di quel "qualcuno" che l'aveva portato lì.
E non dovette aspettare molto. Solo che non arrivo da solo, quel "qualcuno".

Edited by Macagge - 19/8/2013, 08:41
 
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